martedì 31 marzo 2009

L'onda (Die Welle – Germania 2008)

Un film di Dennis Gansel. Con Jürgen Vogel, Frederick Lau, Max Riemelt, Jennifer Ulrich, Jacob Matschenz, Christiane Paul.


Quello che manca alla nostra generazione è un obiettivo comune,
qualcosa che crei coesione.

Qualcosa andrà storto in questa storia. Lo intuisci dallo sguardo determinato di Rainer, insegnante di liceo con un passato da attivista politico; lo leggi nei volti di alcuni dei suoi allievi, quelli più determinati a seguire il professore in un insolito esperimento scolastico: riprodurre, nel corso di una settimana, i meccanismi che portano all’instaurazione di una sorta di dittatura. L’onda, il movimento che alunni e prof mettono in piedi durante le lezioni, appare fin da subito qualcosa di diverso da un compito in classe, capace di annullare in breve tempo le differenze di vedute e gli stili dei ragazzi, spingendoli a creare un gruppo coeso e omogeneo. Un gruppo in cui tutti lavorano per uno scopo comune, affermare la stessa supremazia dell’Onda, e che finisce per dare ai suoi componenti la sensazione, molto pericolosa, di poter ottenere tutto se è il gruppo a volerlo. Il gioco, si sa, è una cosa seria e così, chi non ne accetta le regole è tagliato fuori: non c’è posto nell’Onda per l’anticonformismo e le scelte solitarie. Questi ragazzi si fidano ciecamente del professore, ma soprattutto si fidano di sé stessi, e accettando quella che all’inizio sembrava essere solo una provocazione, finiranno per vivere in prima persona una catena di eventi travolgenti, di cui però perderanno il controllo. L’ambientazione poi in una scuola tedesca rende ancora più evidenti le implicazioni storiche e morali di un film come L’Onda. Come nel recente The reader, anche in questo caso giovani tedeschi sono chiamati in un certo senso a fare i conti con la storia recente del proprio Paese e con gli errori/orrori dei loro nonni. Quello che colpisce, oltre all’analisi delle condizioni sociali ed economiche che portano dritti verso la dittatura, sono i veloci cambiamenti che questo esperimento genera in ragazzi apparentemente normali, il loro immediato e profondo coinvolgimento psicologico. L’Onda funziona come una sorta di catalizzatore di pulsioni e ansie che, ce ne rendiamo subito conto, i giovani protagonisti portano già dentro. Nonostante lo stile del regista tenda a spiegare troppo e in un certo senso a lanciare un monito soprattutto ai giovani spettatori, L’Onda rimane un’interessante sfida per chi crede fermamente che certi orrori siano definitivamente confinati nella memoria storica e che una nuova dittatura non potrebbe più instaurarsi, almeno nell’Europa di oggi. Credo che alla fine, invece, almeno il dubbio che la Storia possa tragicamente ripetersi, anche con l’apparente volontà della maggioranza, almeno questo dubbio, nessuno potrà ignorarlo.

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