giovedì 3 dicembre 2009

Gli abbracci spezzati (Los Abrazos Rotos – Spagna, 2009)

Un film di Pedro Almodóvar. Con Penelope Cruz, Lluís Homar, Blanca Portillo, José Luis Gómez, Rubén Ochandiano, Tamar Novas, Marta Aledo, Agustin Almodóvar.


“I film bisogna finirli anche ad occhi chiusi,
non importa come”


Quale condizione peggiore si può immaginare per un regista, se non quella di perdere la vista? Harry Cane oggi scrive sceneggiature, deciso a prendere dalla vita il meglio che può ancora riser-vargli. Ma un tempo, quando il suo nome era ancora Mateo Blanco, visse l’intensa passione dell’amore per Lena (la bellissima Penelope Cruz, vera e propria icona del regista spagnolo), finito tragicamente una notte sull’isola di Lanzarote. Quei giorni continuano a bruciare, e per Mateo è arrivato il momento di affrontare quel passato, con l’unica possibilità che gli rimane oggi, il racconto.

Attraverso le sue parole riprendono così sostanza le immagini di un film incompiuto, tenuto per tanti anni nascosto, al riparo. Almodovar compone un’opera sull’intensità delle emozioni, quelle in grado di cambiare per sempre il destino di chi le vive, attraversando un intreccio di sguardi, da quello “negato” del suo personaggio di oggi, a quello invece rivolto ad un passato doloroso, ancora indissolubilmente ancorato al presente. Se quegli abbracci sono stati spezzati e resi impossibili dagli eventi, un unico filo continua a legare le vite dei protagonisti di questo film, senza soluzione di continuità.

Ed è il cinema a rendere possibile quel legame. Attraverso la costruzione del classico amore contrastato, quello fra Mateo e Lena, ostacolato dal marito di quest’ultima, il perfido e ricco Ernesto Martel, il regista spagnolo rende omaggio, infatti, all’essenza del cinema stesso. Nel rigore formale della messa in scena, nell’ossessione della narrazione, nelle citazioni dei classici e nelle auto cita-zioni, si scorge la passione di chi, del cinema e del fare cinema, è profondamente innamorato.

E soprattutto di chi, attraverso l’obbiettivo della macchina da presa, calibra il suo stesso sguardo sulla vita e i sui sentimenti.