martedì 12 maggio 2009

Che (Usa, Francia, Spagna 2008)

Un film di Steven Soderbergh. Con Benicio Del Toro, Demiàn Bichir, Santiago Cabrera, Elvira Mínguez, Jorge Perugorría, Edgar Ramirez.

Chi lotta può perdere...
chi non lotta ha già perso!

Steven Soderbergh riesce nella non facile impresa di raccontare l’epopea della rivoluzione cubana con uno stile asciutto e rigoroso, costruendo, senza mai cedere alla retorica, il ritratto del simbolo stesso di quel movimento. Il film, uscito in due parti più per esigenze commerciali che narrative, racconta in quattro ore e mezzo, l’ascesa e la caduta di Ernesto Che Guevara.

Nella prima parte, “Che - L’argentino”, il racconto comincia infatti nel 1955 in Messico, quando il giovane medico argentino incontra Fidel Castro e con lui decide di dare concretezza ai suoi sogni rivoluzionari. Imbarcatosi insieme ad altri 81 combattenti, passerà con loro due anni nella giungla prima della decisiva battaglia di Santa Clara e l’ingresso a L’Avana. Due anni in cui le fila dei rivoluzionari si ingrossano giorno per giorno, due anni di combattimenti duri, di grandi speranze per il futuro, di morte, tradimenti e sogni di giustizia. “Che - L’argentino” è un film costruito come un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, con continui stacchi e salti in avanti e indietro, mentre sullo schermo si alternano la quotidianità della guerriglia nella giungla di Cuba e le giornata del Che, nel 1964 ormai ministro del nuovo governo rivoluzionario, alle Nazioni Unite. Soderbergh alterna così nel racconto, forme diverse di una lotta che non si interrompe: se quelli nella giungla sono mesi vissuti con la durezza di chi rischia la vita ogni giorno per una causa più grande, resa in maniera spettacolare ed esaltate dalla visione sul grande schermo, i giorni a New York, raccontati con la scelta del bianco e nero e con un ritmo più lento, quasi riflessivo, sono invece quelli in cui l’opinione pubblica mondiale costruisce una vera e propria icona, il mito del combattente per la libertà, simbolo della volontà di riscatto degli ultimi della Terra.

Nella seconda parte, “Che – Guerrilla”, il comandante chiude invece il suo percorso rivoluzionario in Bolivia, compiendo quello che appare come un inevitabile e tragico destino, e consacrandosi come una delle figure chiave del secolo scorso. Con alcuni compagni cubani, Che Guevara tenta infatti l’impresa di esportare fuori dall’isola quel movimento rivoluzionario che lo aveva visto protagonista vincente, ma si scontra da subito con condizioni questa volta ben diverse da quelle di Cuba. Il Che, spinto da una fede incrollabile nella rivoluzione che non permette di arrendersi o arretrare dalle proprie posizioni, affronterà però fino in fondo il proprio destino.


Soderbergh dicevamo all’inizio riesce ad evitare, con assoluta maestria, le trappole che un soggetto di questo calibro comportava, riuscendo a dirigere, montare e produrre, dopo quasi 8 anni di lavoro, soprattutto una grande lezione di cinema e storia. Seduti in sala, riusciamo, grazie allo stile rigoroso, a sentirci davvero compartecipi delle vicende di Che Guevara e dei suoi compagni, dividendo con loro quella spinta ideale che li contraddiceva. Una cosa colpisce infatti i soldati governativi mandati a combattere i guerriglieri, ed è la loro determinazione, propria di chi sta combattendo per una causa che sente giusta, per la propria gente e per il proprio futuro, e non perché costretto da un ordine superiore. Anche noi possiamo in un certo senso vedere da vicino come questi uomini e queste donne sentissero come una necessità storica l’essere parte attiva di un movimento di liberazione che non era possibile rimandare oltre e che doveva, secondo le intenzioni di Che Guevara, investire l’intero continente. Un grandissimo Benicio del Toro, con uno stile di recitazione altrettanto aderente alla realtà e privo di retorica, contribuisce a restituire questa sensazione di vicinanza con un personaggio leggendario, che scelse di non arrendersi mai. Al di là dei giudizi storici, rimane l’intenso racconto della determinazione di un uomo, dei suoi sogni e della sua capacità di essere duro, senza perdere mai la tenerezza.

Nessun commento:

Posta un commento