sabato 7 febbraio 2009

Un matrimonio all'inglese (Easy Virtue - Gran Bretagna 2008)

Un film di Stephan Elliott. Con Jessica Biel, Colin Firth, Kristin Scott Thomas, Ben Barnes, Kimberley Nixon.


Veronica: È vero che hai avuto così tanti amanti come dicono?
Larita: Ma no, no… certo che no… nessuno di loro mi ha amata veramente.


Cosa provocherà l’arrivo della bellissima ed emancipata Larita, in una nobile, e decaduta, famiglia inglese? La neo moglie americana dell’ingenuo rampollo di famiglia sarà il detonatore di una situazione in cui erano già presenti tutti gli elementi per una fragorosa esplosione. Che, puntuale, alla fine arriva insieme a più di un insegnamento.
Aspettatevi un film dai dialoghi serrati, tipici di una certa commedia americana, conditi dalla vena tutta inglese di un humour corrosivo, fatto di battute e rimandi ai rispettivi luoghi comuni. Il ritmo davvero non manca, e il tempo in sala volerà senza pesare. Come in una serrata partita di tennis, così ciascuna delle due protagoniste reagirà, colpo su colpo, alle provocazioni e alle cattiverie dell’altra. A noi spettatori il compito di seguire le vicende, senza avere alcun dubbio su chi sostenere, ma apprezzando i buoni colpi di chi gioca in casa.
Un matrimonio all’inglese è un film narrato costantemente sul filo delle opposizioni e delle differenze: la modernità che arriva con il rombo dei motori contrapposta all’immobilità silenziosa della vita nella campagna inglese; i tuoni della Grande Guerra e le nuove relazioni fra i sessi contro gli antiquati rapporti sociali e il perbenismo di facciata della nobiltà; una gioventù sfrontata contro la rigida vecchiaia. Contrapposizioni incarnate, e agite, da due donne che, seppur molto diverse fra loro, si dimostrano entrambe combattive e decise a non cedere una la propria emancipazione, l’altra la sicurezza che le danno la consuetudine e l’abitudine. In mezzo a questo scontro finirà tutto il nucleo familiare, servitù compresa, e niente sarà più come prima.
Un matrimonio all’inglese (ma con un piglio americano) è perciò un film sulle molteplici possibilità di una ostinata, e fallimentare, resistenza al cambiamento. Alla fine chi questo cambiamento lo saprà affrontare, anche non riuscendo a dominarlo completamente, ne trarrà le conseguenze migliori. E potrà guardare al proprio destino con il sorriso beffardo di chi sa di lasciarsi alle spalle un’esistenza grigia, monotona e angosciante.

In questa partita, in cui in palio c’è la propria felicità, c’è posto per un'unica vincitrice.

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