lunedì 15 febbraio 2010

questa settimana, la recensione di un libro...


LA CURA - Vie di fuga possibili per sfuggire ad un disastro certo.


"C'è una specifica ragione se la politica preferisce i co.co.co., i contratti a termine.

Perché così può scegliere i fedeli, stabilizzandoli se dimostrano obbedienza,

e nel frattempo tenendoli per anni sotto schiaffo."


Scorre veloce la lettura di questo brillante e documentato saggio di Michele Ainis, edito da ChiareLettere, che traccia un lucido ritratto dei mali che affliggono oggi il nostro Paese. Il ritmo della scrittura, e la ricchezza dei dati a sostegno delle tesi dell’autore, contribuiscono in un certo senso ad allontanare il rischio di frustrazione del lettore posto di fronte ai consolidati vizi della società italiana. Una diagnosi così allarmata e allarmante potrebbe spingere i più pigri a trovare quasi una giustificazione per l’atteggiamento di rassegnazione e di sconfitta di qualsiasi possibilità concreta di cambiamento. Ainis allontana questa possibilità costruendo un’analisi lucida su aspetti molto concreti del vivere quotidiano, proponendo una ricetta piuttosto semplice, la cui applicazione presuppone la volontà di affrontare sul serio i problemi. Come ogni terapia occorre infatti che si rispettino alcune regole, in fondo poi, sempre quelle: costanza nel seguire le indicazioni, attenzione agli effetti collaterali, determinazione a superare le prime difficoltà e al tempo stesso a non cedere ai facili entusiasmi determinati dai primi risultati ma continuare fino in fondo, fino a guarigione avvenuta. Ainis propone con piglio polemico e ricchezza di dati, una ricetta completa, fatta di dieci interventi che a suo dire possono sconfiggere quei grumi di potere e clientele consolidate, responsabili del mancato sviluppo dell’Italia. Gli esempi non mancano nella cronaca quotidiana. E così, mentre si sbandiera la volontà di premiare il “merito”, certi schieramenti politici ricandidano le veline e soubrette escluse dalle liste delle scorse europee a quelle delle regionali, forse convinti che questa volta ci sarà meno clamore. Ma tanto si sa, lo dicono i sondaggi, in Italia, quello che non può la famiglia, riesce al partito, e un posto al sole non lo si nega quasi a nessuno. Purchè si dimostri docile e mansueto, non troppo intraprendente. E se la classe politica è lo specchio del paese, vuol dire che non dovremmo sorprenderci per la candidatura in Lombardia di un ragazzo bocciato quattro volte alla maturità, ma illustre figlio di tanto padre. Ma l’oligarchia delle classi politiche è solo uno dei sintomi di un malessere generale, diffuso come un cancro in tutti i settori della società. Ainis denuncia la poca trasparenza dei concorsi pubblici, i meccanismi di autodifesa dei vari ordini professionali, l’età media altissima delle persone collocate nei posti chiave non solo della politica ma anche dell’economia. Una vera e propria gerontocrazia che opprime e inibisce l’accesso delle nuove generazioni, portatrici di energie e idee nuove, nella società. “La scarsa volontà di riconoscere i talenti, di stimolarli, di compensarne adeguatamente l’operato è la palla al piede della nostra società” Quando si criticano tanto i “bamboccioni” che non abbandonano il nido familiare, si dimentica quanto frustrante sia per la maggioranza il percorso che porta all’accesso al mondo del lavoro. Ainis ha il merito, dobbiamo riconoscerlo, non solo di denunciare il male, scrivendo quello che potrebbe essere il “libro contabile d’una società fallita”, ma anche di proporre alcune possibili soluzioni, individuando nella Carta Costituzionale i principi disattesi e le regole possibili, tanto semplici a volte da sembrare quasi irrealizzabili, per un paese che appare rassegnato al proprio destino. E lo fa invocando una rinnovata trasparenza nella gestione della cosa pubblica, una vigorosa presa di coscienza e soprattutto un impegno in prima persona di ciascuno. Finito il tempo della delega, che per troppo tempo ha consentito alle varie caste di costruire i fortini del proprio autorefenziale potere, è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Anche se a volte ci sembra il contrario, il nostro futuro è ancora tutto da scrivere, aggiungendo a questo decalogo la nostra personale cura.


La Cura. Contro il potere degli inetti per una repubblica degli eguali

Chiarelettere, 2009, €14,00

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